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Vincere o perdere? Questione di Intelligenza Emotiva

Vincere o perdere. Dipende dal tuo atteggiamento: come vincere lavorando sulla propria Intelligenza Emotiva

Capita di sperimentare dei momenti in cui tutto va storto o qualcosa a cui teniamo molto non va a buon fine.

Cerchiamo lavoro da mesi e continuiamo a fare colloqui senza esito positivo; la promozione che non arriva mai; quel progetto su cui tanto avevamo investito non decolla…

Demoralizzarsi è molto facile in questi casi.

Una cosa che ho imparato dal buddismo e che poi ho consolidato grazie al coaching è che “nella vita puoi vincere o perdere”.

Al di là del significato prettamente buddista, questo principio nasce dal nostro atteggiamento nell’affrontare le difficoltà della vita.

Cosa vuol dire?

Il concetto di “vincere o perdere” si riferisce a un conflitto interiore tra il senso di fiducia e il sentirsi sconfitti, tra continuare ad avere speranza e sentirsi rassegnati, in preda allo sconforto.

Vincere in sostanza significa che, pur avendo sperimentato dei fallimenti o delle delusioni, non ti senti mai sconfitto e continui ad andare avanti a perseguire il tuo obiettivo, cercando di imparare dall’esperienza, riprovando ancora e ancora o comunque cercare di migliorare il nostro approccio, ridefinire il nostro piano d’azione.

Mi spiego meglio: se tu sperimenti un fallimento e comunque non ti arrendi, non ti senti un perdente, hai vinto perché continui a persistere in ciò in cui credi e soprattutto la percezione del tuo valore non cambia, non si lede la fiducia che hai in te e nel tuo progetto.

Puoi anche cambiare strada, se quello che stavi perseguendo alla fine si rivela un buco nell’acqua, puoi trovare un altro modo: è proprio l’atteggiamento interiore che cambia il nostro stato d’animo e ci fa uscire comunque vincenti dall’esperienza pur negativa.

Per non andare lontano nel portare esperienze, qualche giorno fa ho incontrato una persona per proporre una collaborazione per un progetto a cui tengo molto (e a cui sto pensando da un po’) e alla fine del colloquio è emerso che non ci sono spazi per inserire il coaching nella sua realtà di consulenza.

Sicuramente poi non sono andata a ballare la macarena o a brindare con lo Spritz, ma poi ho pensato ai ragazzi che hanno inventato Airbnb. Ora li conosciamo tutti, ma pare che abbiano sperimentato qualcosa tipo 600 (seicento) rifiuti prima di trovare un investitore che veramente credesse in loro. Eppure non si sono arresi! E poi ho pensato a questo principio buddista che mi ha ispirato l’articolo.

Cosa fa la differenza tra un vincente e un perdente?

Per avere l’atteggiamento vincente non c’è bisogno di essere il Dalai Lama, ma semplicemente di allenare la tua intelligenza emotiva. Ne ho già parlato qui e qui.

In particolare, un vincente è forte in queste competenze dell’intelligenza emotiva:

  • Perseguire obiettivi eccellenti: quando i tuoi obiettivi nel lungo termine sono legati a ciò che è importante per te, ai tuoi valori, quello che fai, anche le tue azioni quotidiane sono guidate da questo: ti aiuta a stringere i denti e ad andare avanti, a crederci nonostante tutto.
  • Allenare l’ottimismo: non è la competenza che ti fa assomigliare a Pollyanna, ma è quella capacità che quando le cose si fanno difficili invece di sentirti vittima delle circostanze, ti fa focalizzare sulle soluzioni e sul fatto che in un modo o nell’altro ce la farai e troverai una via d’uscita.
  • Trovare la motivazione intrinseca: è appunto trovare la tua energia e la tua motivazione interiore per andare avanti, e trovarla in ciò che è importante per noi
  • Navigare le emozioni: riuscire a stare in quell’emozione, senza rifiutarla o sopprimerla, o al contrario dandole libero sfogo, ma semplicemente accettarla e utilizzarla come energia “costruttiva”.

Non è facile, lo so,  non sempre si hanno poi le stesse energie per affrontare le “onde alte” nuotando nel mare della vita, a volte si beve un po’, ma l’importante è continuare a dare delle bracciate per arrivare a riva.

E ricordati che l’Intelligenza Emotiva si può allenare!

Dai un’occhiata al mio percorso per allenarti nelle competenze emotive o lasciami un commento, fammi sapere cosa ne pensi!

MA COME TI PARLI?!

Quello che ti dici, il tuo dialogo interiore è fondamentale per il tuo successo. Scopri (e caccia via) il top dog

Già ma come ti parli? Per parafrasare la trasmissione televisiva “Ma come ti vesti?”. A volte facciamo più attenzione a come ci vestiamo che a quello che ci diciamo, ma peggio che avere un brutto (o poco adeguato outfit) c’è avere un pessimo dialogo interiore.

Il nostro dialogo interiore è importantissimo, tutti lo abbiamo, ma non siamo perfettamente consapevoli di quello che ci diciamo.

La senti? Quella vocina nella mente, subdola, che ti dice:

  • “Non ce la farò mai!”
  • “Mai una gioia!”
  • “Non sceglieranno mai me!”
  • “Ormai sono troppo vecchio per cambiare lavoro”
  • “Che stupida che sono”
  • “Non sono all’altezza!”
  • “È troppo difficile per me”

E sei tu stesso a dirtelo! È il tuo terribile giudice interiore, il top dog!

Cos’è il top dog?

Ho trovato questo concetto la prima volta nel libro Mollo tutto! e faccio solo quello che mi pare! di John Whilliams.

Il top dog è quella parte della nostra coscienza che ci rema contro, che ci scoraggia, che ci dice cose terribili, ci fa sentire inadeguati, che non ci aiuta insomma: un terribile giudice interiore che non ci fa mai sentire all’altezza… di noi stessi!

È vero che siamo sempre spronati a fare di più e meglio, ma non ci è utile darci sempre addosso.

Il dialogo interiore è importantissimo, fa parte della nostra Intelligenza Emotiva, perché il nostro pensiero determina le nostre convinzioni e quindi ci guida anche nell’agire. Ma la buona notizia è che lo possiamo allenare.

“Se un amico ti parlasse come talvolta parli a te stesso, continueresti a frequentarlo?”

Rob Bremer 

Già! Vorresti un amico che ti scoraggia, che ti dice che non ce la farai, che il tuo collega otterrà la promozione e tu no, eccetera eccetera.

Sarebbe ancora tuo amico? Probabilmente no! E tu di certo non ti sei amico se continui a dirti tutte queste cose! Al contrario, cosa diresti ad un tuo amico che è scoraggiato? Non cercheresti di incoraggiarlo? Io penso di si!

Allo stesso modo puoi incoraggiare te stesso! Oltre a cercare il più possibile di circondarti di persone positive.

Togli il mandato al tuo giudice interiore

Migliorare il proprio dialogo interiore e rabbonire il giudice terribile che c’è in te si può!

Ti propongo un esercizio che può essere utile, che puoi fare a mano a mano che si presentano i pensieri giudicanti.

Innanzi tutto fai caso a quello che ti dici, fai più attenzione ai tuoi pensieri: il cambiamento parte dalla consapevolezza che hai di te.

Prendi il tuo quaderno dove ti appunti i pensieri (se non ce l’hai ecco un’occasione giusta per comprarlo!) o sulla tua agenda aprilo in un punto dove hai sia la pagina destra che sinistra bianche:

  • Scrivi a sinistra tutte le cose negative che ti dici, le cattiverie che ti dice il top dog, proprio la frase tipo “non ce la posso fare”. Ogni volta che noti una frase che ti dici.
  • A destra, per ogni frase giudicante, scrivi la frase positiva corrispondente, ad esempio “Io ce la faccio!”

“Ok, che me ne faccio?”, ti starai dicendo. Innanzi tutto mettere nero su bianco ti aiuta ad avere più consapevolezza dei tuoi pensieri.

Poi ora hai una serie di frasi, positive, che ti ripeterai quando la frase negativa ti viene in testa, proprio come notare il diavoletto che ti parla all’orecchio sinistro e far parlare anche l’angioletto sulla spalla destra.

Per me ha funzionato!

Tu sei consapevole di avere il topo dog in casa?

Prova a fare l’esercizio e dimmi se il tuo dialogo interiore migliora! Commenta o scrivimi all’indirizzo cmelis@coachingpower.it