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LA PAURA TI AIUTA. L’ANSIA NO

La paura è un’emozione utile, spesso vista come negativa, ma lo è solo se sfocia in ansia, che invece va gestita

Voglio sdoganare le credenze che di solito abbiamo verso una delle emozioni più importanti e ataviche: la paura!

La paura è una delle emozioni che si attiva in situazioni di pericolo o che noi avvertiamo come pericolose. Ai nostri antenati per esempio era di aiuto per evitare di essere sbranati da bestie feroci. Ma, parlando di questioni lavorative, a meno che tu non sia un chirurgo, o che un cliente non del tutto soddisfatto entri in ufficio con un mitra, o il tuo capo ti frusti se il tuo report non è perfetto, la paura è un’emozione che ci arriva in situazioni di incertezza o quando andiamo fuori la nostra area di comfort. Come quando dobbiamo fare una presentazione in pubblico, prima di un esame o della consegna di un lavoro importante, paura di dire o fare qualcosa di sbagliato, presentarsi ad un evento di networking da soli.

Perché è utile la paura?

Perché ci aiuta a prestare maggiore attenzione, a prepararci bene per fare il nostro speech (per paura di fare una figuraccia) o ci salva da situazioni spiacevoli, ci fa riflettere di più prima di parlare o di agire. È una fonte di energia che ci spinge ad agire e ci fa focalizzare su ciò che è importante per noi. Se fossi disinteressato a come faccio la mia presentazione, ad esempio, probabilmente la curerei poco nei contenuti e nella grafica, rimediando magari una brutta figura.

Quindi la paura è un’emozione magari poco piacevole ma funzionale al “salvarci”

E l’ansia?

Se la paura aumenta di intensità e diventa ansia, la questione cambia, perché questa emozione non ti aiuta.

Se fatichi a concentrarti, provi una sensazione di disagio forte al petto o allo stomaco, hai i l cuore a mille, ti giri e rigiri e non combini nulla di concreto perché non sai da che parte iniziare, allora forse l’ansia ti sta tenendo prigioniero e sta prendendo il sopravvento.

L’ansia spesso non ci aiuta ma ci paralizza, nel senso che non ci fa agire, non ci fa essere lucidi e usare la nostra parte razionale. Ci succede quando abbiamo tantissime cose da fare e non sappiamo come raccapezzarci, quando capita un imprevisto che ci scombina tutti i piani e dobbiamo riprogrammare tutto, o ancora il tuo capo (o cliente) arriva con una richiesta super urgente e tu non puoi dire di no, ovviamente con deadline ieri!

O semplicemente la paura incontrollata sfocia in ansia perché pensi di non farcela.

Saper gestire le emozioni, denota una buona intelligenza emotiva, come ti avevo già spiegato in un mio precedente post, allenarsi a farlo è la chiave vincente, anche per dominare l’ansia. Ti riporto sotto alcune dritte o accorgimenti che ho elaborato o fatto mie per lavorare meglio, per tenere a bada l’ansia, ma anche lo stress!

  • Fai il tuo piano d’azione! Una bella lista con carta e penna (importante) con le cose da fare mettendoli in ordine partendo dalle più urgenti e importanti. Aiutati con la matrice di Eisenhower: se è importante e non urgente, la programmi; se urgente e non importante la deleghi (leggi sotto), se non è né urgente né importante ne riparliamo poi. Depenna poi una ad una nel mentre che svolgi le attività, magari con una penna rossa.
  • Ti prego delega! Esatto, impara a delegare. Lo so, questo meriterebbe un post a parte, incontro spesso molte resistenze su questo, anche con persone che rivestono un ruolo di responsabilità, ma le cose più operative non le puoi fare tutte tu, devi imparare a fidarti e a farti aiutare.
  • Sei bloccato, sbloccati. Io adotto questo espediente: se ho fatto la lista come sopra e non riesco ad ingranare, per rompere il ghiaccio, inizio con le attività che mi cubano (parola molto amata nel mio ex ufficio) poco tempo (rispondere a qualche mail semplice, sistemare degli impegni in agenda, ad esempio). Cosi depenno qualcosa dalla lista, mi fa stare meglio e inizio di slancio.
  • Usa il metodo del pomodoro. È una tecnica famosa: si lavora ad intervalli di tempo, ad esempio un pomodoro 25 minuti, e si fa una pausa di 5, ripetendo il ciclo per quanti pomodori ti servono per fare la tua attività. Durante il pomodoro devi rimanere focalizzato e non fare nient’altro, quando scattano i 5 minuti di pausa lascia stare tutto, obbligatoriamente, e fai qualcosa di molto veloce e diverso dal lavoro. Dopo 4 pomodori ti è concessa una pausa di 15 minuti. Prova è sorprendente come migliori la concentrazione e la produttività, ti consiglio l’App BeFocused, che oltretutto tiene traccia anche di quali diverse attività fai durante la giornata.
  • Alzati e cammina! So che stai facendo di tutto per consegnare il lavoro per tempo e per fare del tuo meglio, è per questo che è consigliabile ogni 1 o 1h e ½ è meglio alzarsi dalla scrivania o smettere quello che stavi facendo per staccare un attimo. L’attenzione massima non può resistere costante, è scientificamente provato che ad un certo punto si abbassa e il tuo rendimento cala. Che tu usi la tecnica del pomodoro o meno, tieni monitorato quanto rimani seduto. Ad esempio puoi usare un fitness tracker e impostare l’allarme per un’ora, così ti ricordi e fai due passi, fosse solo per andare in bagno.
  • Impara a dire no. Anche su questo tornerò sopra con un post dedicato. Se hai delle cose da chiudere e proprio non riesci ad aiutare il tuo collega o andare a quell’happy hour di networking dillo tranquillamente, invece che improvvisare capriole e salti carpiati che ti mettono in difficoltà. È una iniezione di autostima e anche di self-care! Vale lo stesso anche con le telefonate improvvisate, whatsapp e tutti i 97 social che utilizziamo abitualmente.
  • Negozia le scadenze. Strettamente legato al punto precedente, impara a contrattare le scadenze. A meno che non ci sia un’urgenza (per ieri!) perché stanno crollando i mercati e il direttore degli investimenti vuole sapere quanto siete esposti sui titoli russi (che bei ricordi!) o il tuo cliente non ha bisogno di una tua consulenza per un momento molto critico, impara a programmare i tempi e il carico di lavoro.
  • Prevenire è meglio che curare! Te lo avranno già detto sicuramente mille volte, con questa fanno 1001: fai sport o movimento! Fa aumentare la serotonina (l’ormone del buonumore, volgarmente parlando), ti libera la mente e stimola la creatività. E ti tiene in forma, ovviamente! Non occorrono ore di allenamento, basta che usi di meno la macchina o scendi la famosa fermata prima dal tram. A Milano, per esempio, sempre con il fitness tracker di cui sopra ho scoperto che in una giornata tipo dove vado al coworking a lavorare e faccio qualche piccola commissione supero tranquillamente gli 8000 passi come ridere. Si, ci sono anche le apposite App sull’iPhone, non ti preoccupare.

 

Sono già attività che svolgi regolarmente? O qualcosa è nuovo per te?

Hai tu qualche trucco particolare che utilizzi per gestire l’ansia? Ti va di condividerlo con me? Commenta o scrivimi all’indirizzo cmelis@coachingpower.it

Grazie!

STACCARE LA SPINA: ALLA RICERCA DEL RELAX

“Tecniche di sopravvivenza” alle vacanze e prove di relax che ho attuato nei primi 15 giorni di ferie, valide tutto l’anno

Quest’anno, complici le mie prime vacanze ufficiali da freelance e un paio di impegni, passerò un mese consecutivo nella mia terra di origine, la Sardegna. Le “vacanze” più lunghe che mi ricordassi da quando ero universitaria.

Commenti: “wow, beata te!” “che fortuna che hai!” ecc ecc.

In effetti, lo so che sono fortunata e ho vitto e alloggio garantiti. Peccato che comunque non sarò in ferie al 100% e lavorerò un po’ (come infatti sto facendo), ma con la dovuta moderazione di agosto. E peccato che non abito in Costa Smeralda, non sul mare, quindi devo prendere la macchina, fare chilometri, nella speranza di trovare il parcheggio, in un tutto che assomiglia a qualcosa di stressante alla milanese, ma con il mare e con l’obiettivo di spaparanzarsi al sole (non male questo).

E peccato che, abituata alla mia vita milanese con i miei spazi, eventi, pilates e le mille cose da fare, il mio paese nell’oristanese mi fa passare dal nero al bianco, senza tutte le sfumature di grigio della “noia” intermedie. So che può sembrare strano, ma questo mi generava altro stress.

Così ho deciso di “abbandonarmi alla noia” in maniera costruttiva e rigenerante, e sperimentare qualcosa di diverso dal solito.

Ne ho ricavato non delle vere “illuminazioni”, ma una serie di pensieri/riflessioni e nuove attività che mi accompagneranno oltre il periodo estivo e che volevo condividere con te.

  1. Ci vogliono un paio di giorni per cambiare il ritmo e iniziare a rilassarsi. Può sembrare banale, ma mai come quest’anno mi sono resa conto di quanto sia difficile passare da “modalità lavoro”, tra l’altro con ritmi elevati per cercare di chiudere tutto prima delle ferie, a “modalità ferie” di completo stravolgimento dei ritmi quotidiani. Se proprio non si riesce a rallentare i giorni prima della partenza, è sempre meglio programmare una fase di “limbo” o meglio di “depressurizzazione” dove ci si prepara al relax totale, cercando di tenere 2 settimane di libero cazzeggio dal lavoro. Da dipendente è forse più facile staccare la spina, da libera professionista, risulta più difficile farlo del tutto, poi nel primo anno di avvio della professione, una mission quasi impossible!
  2. Prendersi del tempo per l’ozio e la noia. Anche nel mentre che lo scrivo, mi sembra difficile! Stare seduta a scrutare l’orizzonte o a prendere il sole, senza fare nulla, tipo leggere, ascoltare musica, dialogare, parlare, o con il cellulare o il tablet in mano, cosare, a me stessa sembra difficilissimo. Mi annoio. Eppure ho riscoperto anche l’utilità della noia, cerco di ricavare piccoli spazi di tempo per il dolce far nulla se non esistere e godersi il momento. Il qui e ora. In quei momenti creiamo spazio nella nostra “memoria interna”, come quando cancelliamo le foto o le app inutili dal cellulare per farlo funzionare meglio. Farsi stupire da ciò che arriva. Oltre al fatto che stimola la creatività. Preferibilmente lo spazio dovrebbe essere solo ed esclusivamente per noi, senza parenti e amici, figli ecc. Provare per credere!
  3. Guardare cose note con occhi nuovi e scoprire nuovi dettagli. Ecco questa per me sta diventando una vera passione. Lo sto facendo anche attraverso la fotografia, semplicemente con il mio iPhone e con tanta curiosità. Fotografare le cose che trovo belle, posti noti, oggetti, magari cogliere piccole differenze, la stessa spiaggia ma al tramonto, la mattina, con il vento, le viuzze di una Cagliari rinnovata, la luna, ma cogliere ogni volta piccole sfumature, mi sta allenando ad essere più osservatrice e attenta. Magari tirando anche il naso all’insù, godere del momento e il qui e ora (che torna potente). In questo mi sta aiutando anche il contest #agostoin31click al quale sto dilettando su Instagram e per il quale ho riattivato il mio account, in stato comatoso da anni. Seguimi!
  4. Attività fisica all’aperto e per obiettivi. Un altro motivo di “preoccupazione” era abbandonare la mia routine milanese pilates/palestra, quindi al chiuso, sapendo di non trovare lo stesso in Sardegna, così ho ripreso a fare ciò che facevo tanti anni fa, movimento all’aperto! Per motivarmi ho scaricato le varie app per verificare percorsi, Km percorsi, calorie, il braccialetto per tracciare l’attività fisica e tutto ciò che serve per motivarti e darti dipendenza dal movimento, magnifico! Darsi degli obiettivi di tempo o di percorso sicuramente aiuta a migliorare le proprie prestazioni e ad ottenere migliori risultati. Quando inizi e fai il pieno di endorfine non smetteresti più. E non è solo al fine di bruciare i piatti tipici della mamma sarda, ma proprio per stare bene e rilassarsi. Le idee migliori mi stanno arrivando proprio in questi momenti, le foto più belle le ho scattate durante il mio training. Forse il modo migliore per liberare spazio. E anche per iniziare più motivati e tonici (non sono nei muscoli) a settembre! E per sconfiggere la malinconia da rientro.

Tu cosa hai fatto di nuovo o hai scoperto di te durante le vacanze? Ti va di condividerlo con me?